I servizi socio-educativi e assistenziali in affidamento sono servizi che l'ente pubblico (Stazione appaltante) affida a soggetti esterni del privato sociale (esternalizzazione del gestore), e vengono aggiudicati per mezzo di diverse tipologie di procedura denominate appalti.
Queste procedure possono assumere varie forme, quali: procedura aperta e negoziata o affidamento diretto, ma anche co-progettazioni ed altro. Abitualmente un affidamento è preceduto da un'analisi della Stazione appaltante verso i bisogni dell'utenza, ovvero uno studio a cui segue un progetto del servizio da erogare e che si concretizza in un Capitolato.
Si indicano di seguito le più comuni forme di affidamento:
Procedure aperta: la SA bandisce una gara, alla quale possono partecipare tutti coloro che possiedono dei requisiti, legati alla tipologia di servizio da erogare.
Procedura negoziata: analoga a quella aperta, con la differenza che la SA invita direttamente un numero limitato di operatori economici a presentare un’offerta.
Affidamento diretto: è un modalità semplificata di assegnazione di un appalto pubblico, che si applica in casi particolari e consente alla SA di scegliere direttamente il gestore.
Co-progettazione: consente a PA e ETS di progettare insieme interventi e servizi di interesse generale, non attraverso una gara ma in modo collaborativo.
La gestione di un servizio in affidamento prevede la redazione di una documentazione di carattere amministrativo, tecnico ed economico. A monte della partecipazione viene sempre sviluppato uno studio di fattibilità, teso a verificare che il servizio sia concretamente sostenibile, sia sotto il profilo economico-finanziario che in relazione agli scopi sociali dell'impresa.
Una volta che l'analisi di fattibilità abbia dato esito positivo, è necessario attivare tutte le azioni necessarie a soddisfare le richieste espresse nella documentazione di gara (produzione della documentazione, formulazione del budget, elaborazione progettuale, ecc.).
La cosa più importante consiste nella pianificazione strategica degli appalti che permettono gli scopi sociali. Una tale pianificazione non può essere casuale, ma deve seguire una precisa visione di crescita dell'organizzazione; pena la dispersione di energie e la rinuncia a opportunità realmente aderenti ai propri bisogni.
Mi chiamo Pierluigi Benes e mi occupo di progettazione sociale dall'inizio degli anni 2000.
Mi sono formato in progettazione sociale con prestigiosi enti formativi, come il Centro Studi Erickson, DICA Europa e l'IRSSES di Trieste, lavorando con professionisti di alto profilo: esperti in progettazione, valutatori, commissari, specialisti di settore.
Ho lavorato per molti anni nell'Ufficio progettazione e sviluppo di alcuni dei più importanti soggetti del Terzo settore della mia regione, il Friuli Venezia Giulia, e ora sono un professionista che si occupa di sostenere Enti del Terzo Settore che hanno la necessità di far crescere le proprie iniziative sociali.
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